Tre parole per la trasformazione digitale

Sabato 30 maggio ho parlato di “Apertura motore dell’Innovazione Digitale” al Master in Business Administration di Bologna Business School.

[The transcript of the presentation in English language is available here]

Per una platea di futuri manager ho scelto un percorso attraverso l’analisi di tre parole che ho scelto come rilevanti per comprendere ed operare in un contesto che ci vede tutti coinvolti, come utilizzatori o fornitori di tecnologia. Oggi non si presta adeguata attenzione al significato delle parole e la loro analisi ci può procurare gradite sorprese. Iniziamo quindi.

COMPLESSITA’ ha in sé il concetto di stringere, comprendere, abbracciare. Il tutto, l’insieme: ciò che va dispiegato. La complessità connota l’innovazione digitale, una complessità nascosta, nota agli addetti ai lavori, che non viene percepita – e non deve esserlo – dall’utente finale. Pensiamo al cloud, al mobile, al big data, all’internet delle cose ed a tutte le evoluzione in corso in questi settori.

FIDUCIA è la seconda parola. Basta un esempio: fiducia e Internet of Things è un tema “caldo”, di cui si parla ai convegni, di cui si occupano organizzazioni specifiche. Fiducia deriva da “fidare, confidare”, individua un atteggiamento che risulta da una valutazione positiva dei fatti e che produce un sentimento di sicurezza e tranquillità.

Nell’internet delle cose le problematiche da affrontare sono quelle della privacy, della sicurezza, della sostenibilità. In un mondo dove sensori inseriti in apparati di diversa natura – dai termostati intelligenti, ai giocattoli, alle automobili senza guidatore – inviano e ricevono dati e consentono un’interazione con la nostra sfera personale, in un contesto che ci vedrà sempre più dipendere dalla loro affidabilità, bisogna iniziare a preoccuparsi anche della loro permanenza in un contesto di continua evoluzione. Qui non si vuole parlare di un atteggiamento passivo, anche se già oggi è necessaria una presa d’atto dell’impossibilità di soddisfare a pieno tutte queste necessità, ma di una fiducia da costruire, con azioni concrete e positive. E cosa evidenzia la fiducia se non una stretta di mani o, meglio, un abbraccio?

APERTURA quindi, come terza parola che indica un orientamento teso a stabilire un colloquio, una collaborazione, un nuovo rapporto: l’inizio di un dialogo, la ricerca di una possibilità di intesa, di un abbraccio, appunto.

Per chi opera da diversi anni all’interno delle comunità open source è facile fornire esempi di come questo approccio non solo abbia contribuito a costruire nel tempo soluzioni mature, affidabili e diffuse, ma abbia ispirato un modo di operare trasparente ed aperto, dove la fiducia è uno dei mattoni di base. Guardiamo alle infrastrutture utilizzate per gestire la complessità nel cloud e nel big data, e ad iniziative specifiche dove la collaborazione di un intero ecosistema di aziende e sviluppatori consente di risolvere la complessità, garantisce crescita e sostenibilità, senza precludere la competizione, ma spesso favorendola.

Quale può essere, quindi, il messaggio conclusivo per una platea di futuri manager chiamati a definire le strategie aziendali? Qui la realtà dei fatti individua due grandi categorie.

Per i manager che possono – e devono- utilizzare l’innovazione: guardatevi attorno, cercate il nuovo, senza “reinventate la ruota” e concentratevi nell’individuare l’ “ingrediente segreto” che potrà essere il vostro differenziatore nel mercato.

Per i manager che vogliono – e devono – guidare l’innovazione, il consiglio è quello di fare come noi in Engineering: guardate al futuro in modo proattivo, con un obiettivo chiaro in testa, costruendo oggi una riserva di competenze e risorse che potranno essere utilizzate al momento opportuno, sempre pronti a cambiare direzione quando questo sarà necessario, tenendo sempre occhi e mente aperti per cogliere e far emergere i cambiamenti al momento opportuno.

E per tutti: guardate alla realtà in modo nuovo, trasparente, cambiando il vostro punto di vista. Potrete essere sorpresi dallo scoprire ciò che viene nascosto dagli stereotipi e dalle abitudini quotidiane.